
Villalina B&B
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I Macchiaioli a Castiglioncello
Intorno al 1850, a Firenze i frequentatori del caffè Michelangiolo, ritrovo degli artisti dell'accademia, avvertirono la necessità di confrontare le loro opere con quanto si faceva in quel momento in Francia. |
Sempre nel 1850 a Firenze giusero due napoletani: Domenico Morelli (si trattenne periodicamente, esponendo nel 1861 Gli iconoclasti) e Saverio Altamura che stava suscitando l'interesse per la nuova tecnica francese chiamata: "Ton gris" (cioè quel modo di ritrarre il vero riflettendo su di uno specchio nero aumnetndo i contrasti).
Molti altri frequentatori del Caffè Michelangiolo rimasero attratti dalle innovazioni: Borrani, D'Ancona, Mochi, Buonamici, Morricci, Fattori, Lega ed infine Telemaco Signorini.
Questi dipinti vennero definite "macchie" da un critico del nord in tono dispregiativo.
A Firenze si formatò quindi un gruppo di appassionati di un genere allora incunsueto alla tradizione toscana: il paesaggio.
I pittori avevano dato vita ad una sorta di comunità nominata 'Scuola di Staggia': capitanata da Serafino De Tivoli.
Delle opere dipinte non ne è sopravvisuta neppure una ma l'interesse per il paesaggio è stato direttamente antecendente alla sperimentazione della macchia e dal bozzetto di quadro storico.
La creatività dei pittori Macchiaioli è stata stimolata principalmente a Castiglioncello, grazie a Diego Martelli.
Infatti tra i beni ereditati da Martelli nel 1861 c'era una grande proprietà a Castiglioncello di oltre 800 ettari (la proprietà si estendeva dal del golfo fino alle colline di Nibbiaia)
L'ospitalità che Diego diede ai suoi amici pittori a Castiglioncello lo rese un vivace cenacolo artistico.
Castigliuncello offriva uno scenario di incontaminata bellezza: pochissime costruzioni si alteravano alla natura della costa: infatti la moda dei passare tempo al mare non era ancora diffusa.
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